"Pochi sono grandi abbastanza da poter cambiare il corso della storia. Ma ciascuno di noi può cambiare una piccola parte delle cose, e con la somma di tutte quelle azioni verrà scritta la storia di questa generazione"
Robert Francis Kennedy

venerdì 21 novembre 2008

Berlusconi visto dall'estero (Spagna)

Dal quotidiano spagnolo El País del 2.11.08 [articolo originale di Miguel Mora qui]
Se l'Italia ha un vantaggio é che si tratta di un paese in cui tutti parlano e tutto si pubblica alla velocitá della luce. L'amore per la confusione comporta un piccolo supplemento di stress per noi corrispondenti, che molte volta vendiamo ai nostri capi una notizia alle 10 di mattina e alle 3 di pomeriggio giá stiamo richiamando per correggerla o fare marcia indietro. Questo accade soprattutto con le dichiarazioni del primo ministro, Silvio Berlusconi, questo mago della retorica capace di affermare una cosa con totale nonchalance davanti alle telecamere per smentirla con la stessa eleganza un paio d'ore dopo se decide che quello che ha detto non é stato accolto come sperava. Il motivo di questa introduzione é che la crisi, vista dall'Italia, si sta rivelando come una vera cascata di rivelazioni, notizie e smentite. In queste settimane, Berlusconi si é dedicato a fondo a cavalcare il cavallo della finanza. Ha viaggiato a Bruxelles, in Cina, negli Stati Uniti (ha avuto addirittura tempo per riprendersi in un centro benessere in Umbria), ed ha anticipato ogni giorno risposte, tendenze, possibili movimenti. Il Cavaliere é stato il primo a parlare di una possibile chiusura temporanea dei mercati - per essere smentito ipso facto nientemeno che dalla Casa Bianca, anche se seguita da alcuni premi Nobel -, il primo a suggerire che ci sarebbe bisogno di una nuova Bretton Woods e il primo che diede l'allarme sull'entrata in massa di fondi dei sovrani arabi nelle borse europee. Inoltre, ha tentato di calmare il panico con un paio di frasi molto forti ("la crisi non interesserá l'economia reale", "i soldi sono piú al sicuro nelle nostre banche che sotto il materasso") e ha fatto anche da broker occasionale, incitando la gente a comprare azioni dell'Eni e dell'Enel "adesso che sono molto al di sotto del loro prezzo reale". Senza perdere il sorriso, si é riunito ieri notte con il suo team economico per preparare un piano di capitalizzazione delle banche, per poi assicurare subito dopo che non ci sará bisogno di usarlo perché l'Italia ha il settore piú solido d'Europa. "Il Fondo Monetario ha fallito", ha affermato a Pechino. "Adesso tocca al G-20". Aspettando che il tempo dia o meno ragione al Cavaliere, sarebbe opportuno ricordare che l'economia italiana continua a stare nel G-8. E' a malapena cresciuta negli ultimi 10 anni, ha il terzo debito pubblico piú alto del mondo, paga le tasse piú care d'Europa, sfoggia il maggior tasso di evasione fiscale dell'UE (100 miliardi di euro l'anno) ed ha un 20% di economia sommersa. Ma la nave va. Se ció non bastasse, il Ministero degli Interni calcola che la fatturazione della 'Ndrangheta, la mafia calabrese, abbia raggiunto i 40 miliardi di euro nel 2007: il 3% del PIL. Sommandola a camorra, cosa nostra e sacra corona unita si arriva al 9%. Intanto la vita continua. Un servizio della Charitas segnala che ci sono 15 milioni di persone in Italia che vivono al di sotto o appena al di sopra della soglia di povertá, con 550 euro al mese. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, l'Italia é in recessione. Perderá quest'anno lo 0,2% del PIL e 0,5% l'anno prossimo. Ma é come se tutto fosse una manciata di noccioline per il bel paese dipinto dal Cavaliere. Al suo fianco, Zapatero sembra un depresso. Godiamoci questo modo furbo e ottimista di vedere le cose. O non é per caso vero che l'Italia dia il meglio di sé nei peggiori momenti?

Mai detto ne pensato a polizia!

lunedì 17 novembre 2008

PDL e PD... Partito unico!!!

Qualora ce ne fosse bisogno, il video proposto dimostra che in Italia non esiste più destra e sinistra. Ormai esiste un unico partito. Così si avverò il sogno di Licio Gelli!!!

Chi è Capezzone?

Momenti di grande televisione durante il programma della 7 Otto e mezzo condotto da Lilli Gruber e Federico Guiglia. Lo studio si è trasformato in un vero e proprio ring sul quale si sono fronteggiati a viso aperto, e non senza colpi bassi, Daniele Capezzone e Marco Travaglio. Il tema della puntata era Berlusconi: o si ama o si odia? e lo svolgimento ha dimostrato chiaramente che non solo il punto di domanda dovrebbe essere sostituito da un bell'esclamativo, ma che l'estremizzazione dei sentimenti coinvolge anche seguaci e oppositori. La bagarre, durata quasi 10 minuti, è iniziata quando Capezzone ha raccontato la discesa in campo del Cavaliere come la vittoria di un outsider. Travaglio ha commentato ironicamente: "Un piccolo fiammiferaio..." ed ha acceso la miccia. L'ex radicale ha subito invitato il giornalista a trattenersi da certe battute e la Sinistra a "elaborare il trauma dell'usurpatore". continua
CHI E' CAPEZZONE LO VEDETE in questo link
TRAVAGLIO VS CAPEZZONE

Gabriella Carlucci: peggio di una cameriera

Stipendi dei parlamentari? Troppo bassi. L'operaio? Fortunato e senza problemi. Le Iene? Bugiarde. Gli onorevoli? Dovrebbero ricevere gli straordinari. Il deputato Gabriella è ancora furiosa per il servizio in tv e promette di inviarci la sua busta paga

di Giorgia Camandona
La vicenda è ormai nota: Le Iene hanno fermato l'onorevole Carlucci per multarla per il ritardo in aula. Lei si è infuriata, li ha spintonati e ha fatto una piazzata. Poi è tornata in tv per dire la sua: che l'aveva fatto apposta per poter raccontare la sua versione dei fatti, perché lei a essere bollata come assenteista non ci sta. Noi abbiamo pubblicato il video dell'accaduto e anche quello della sua replica e poi abbiamo sentito l'onorevole per una chiacchierata, perché ci teneva a spiegare anche a noi com'erano andate le cose. «Il giorno in cui sono stata avvicinata dalle Iene, mi trovavo nel palazzo della Commissione Infanzia, a qualche isolato da Montecitorio. Ero fuori dall’aula, è vero, ero in ritardo, è vero, ma perché stavo facendo il mio lavoro da parlamentare da un’altra parte e avevo appena chiamato per avvertire che stavo arrivando».

Quindi quando l’hanno fermata lei s’è arrabbiata Mi sono arrabbiata perché altre volte mi è capitato di essere fermata da loro, di aver tentato di spiegare ma invano, perché poi loro tagliano e montano per dare consistenza alla loro tesi che siamo tutti assenteisti, fannulloni e incompetenti. Io non ci sto a passare per una persona superficiale che si fa gli affari suoi. È un obbligo morale, quello che ho, nei confronti degli elettori e di Forza Italia che mi ha mandata in Parlamento al posto di un altro, perché con la legge elettorale che c’è in vigore è il partito che decide, lo sappiamo. C’è in giro questo sentire forte contro la politica, alimentato da trasmissioni tv approssimative come questa…

Aspetti però, perché stiamo correndo troppo. Mettiamo che lei avesse ragione: stava facendo il loro lavoro ed è stata pizzicata ingiustamente da Le Iene. Però la sua reazione è stata davvero spropositata, non trova? Ma certo! Se io non avessi reagito in maniera spropositata oggi noi non staremmo parlando, non sarei andata a Matrix da Mentana, ospite a Radio 24 e nessun altro giornale mi avrebbe intervistata. Ho avuto modo di spiegarmi molto bene. In passato quando non ho fatto così e ho lasciato correre, sono passata per quello che non ero. Nel 2001 proprio Le Iene montarono un servizio ad arte accusandomi di aver parcheggiato la mia auto sul marciapiede per andare a mangiare al ristorante. Ma io sul mio blog ho le prove provate che non è così: ho il fermo immagine del loro servizio con le freccette che mostrano che il mio parcheggio era perfettamente lecito, era il parcheggio della Camera, all’interno del quale si può lasciare, in casi di emergenza, l’auto come si vuole e poi ci pensano gli addetti a sistemarla meglio. All’epoca tentai di spiegarmi ma non mandarono in onda nulla della mia replica naturalmente. Apposta ho fatto la piazzata, perché non permetto più a nessuno di diffamarmi.

Si però forse il risultato è stato peggiore. Se la sua reazione fosse stata diversa e avesse semplicemente spiegato da dove stava arrivando magari lo spezzone su di lei non l’avrebbero neppure trasmesso. Lei invece ha urlato, spintonato, fatto cascare i cappellini al Trio Medusa, minacciato di rompere microfono e telecamera… Un servizio così va automaticamente in onda Ho tentato all’inizio di spiegarmi ma a loro non gliene frega niente. Loro mi urlavano “Sei ritardataria!” perché sono dei provocatori di professione.

E però se lei ci casca, onorevole… Io l’ho fatto apposta! Perché grazie alla mia piazzata plateale sono finita su tutti i giornali e ho potuto spiegare la mia versione dei fatti. Quella non è satira, è persecuzione.

Lei sta dicendo che Le Iene dovrebbero chiudere? No chiudere no, ma non possono continuare così.

Sta dicendo che sono bugiardi allora? Bugiardi, sì! Mandano in onda solo quel che gli pare a loro. Quando fanno le prove di cultura ai deputati ce ne sono altrettanti che rispondono correttamente, ma loro mica ve lo dicono. Gli assenteisti e ritardatari sono pochissimi e molti, come me, sono altrove per fare il loro mestiere in altri luoghi. Non si può continuare a dare una visione così del Parlamento!

Perché sono bugiardi, secondo lei, a che scopo? Fa più comodo dipingerci incompetenti, ignoranti, menefreghisti e fannulloni. Chi reagisce come me lo fa perché se la prende, perché lavora tanto e non accetta di essere trattato così.

Lei difende la categoria, però la casta c’è e gli assenteisti pure Io non difendo la categoria, dico solo che ora che metteranno in aula il sistema di voto con il riconoscimento delle impronte digitali io sarò contentissima, perché io sono sempre lì. Le faccio un esempio: quelli delle Iene hanno detto che ho saltato 55 sedute. Non è vero, ho saltato 55 votazioni. Sa quante ne abbiamo fatte di votazioni in otto mesi? Migliaia! Sa che non abbiamo neppure la pausa pranzo? Magari quelle 55 volte, che sono un’inezia, ero al bagno, o al bar a prendermi qualcosa, perché ci sono anche i bisogni fisiologici. O come ha detto giustamente Sgarbi magari uno una certa cosa non gli va di votarla, è una scelta legittima, non siamo obbligati a votare. Questo non significa che io fossi assente.

Ci sarà però qualche critica che lei vuole fare ai suoi colleghi e non solo a Le Iene? Ci sono colleghi scorretti, assenteisti? Gli stipendi sono un po’ troppo alti? No, lo stipendio troppo alto no! Io ho una segreteria a Roma che pago io, due segreterie in Puglia che pago io… Sa cosa vuol dire mantenere una segreteria? Affitto, telefono, luce…

Si però, onorevole, non si può dire che il vostro stipendio non è alto. Perché è alto Allora adesso io ti mando l’elenco delle mie spese. Perché io ho il rimborso aereo, ma quando vado a Trani o a Bari dormo e mangio in albergo. Ti faccio l’elenco delle mie spese e poi vediamo se il mio stipendio è alto. Il mio stipendio è il minimo! Perché tutte le spese che ho le sostengo con i miei soldi. Spese che giustamente servono a mantenere il rapporto con l’elettorato.

Ok allora facciamo un ragionamento sul netto. Un dipendente in busta paga prende X, a lei quanto resta in tasca tolte le spese? Ma scusa, innanzitutto sai quante ore al giorno lavoro io?

No Ventiquattrore su ventiquattro. Dormo tre o quattro ore per notte perché io da Montecitorio mi porto il lavoro a casa! Devo studiare, devo leggere… Faccio delle interpellanze? Ebbene, mi devo preparare, mica posso scrivere delle stronzate! Se no mi ridono dietro. Metti in conto tutto! Allora adesso tu dimmi: quanto paghi il mio straordinario a casa? Perché il mio orario di lavoro ufficiale è finito. Quanto costo io il sabato e la domenica? E allora che cosa dite!

Si però lo stipendio medio di un cittadino… Un operaio quando va a casa ha lasciato i suoi problemi nel suo ufficetto. Io quando vado a casa ho ancora i miei problemi di lavoro. Il mio telefono è sempre accesso, è sempre quello dal 1994 e chiunque mi può raggiungere, sabato domenica o festivi. Ma mica solo io lavoro così tanto. Però voi purtroppo pensate che tutti siano dei lavativi perché questo è il messaggio che passa.

Non è questo il punto. Al di là di chi lavora o non lavora in Parlamento, lei saprà che in Italia stiamo attraversando in periodo di recessione e quindi la busta paga di un onorevole fa ancora scalpore. C’è poco da girarci intorno Poco da girarci intorno? Va bene allora io, se mi lasci la tua email, ti farò l’elenco della spesa, con tutti i costi che io devo mantenere per avere un rapporto con il mio elettorato in Puglia o per il mio ufficio – perché io non ho solo l’ufficetto del parlamentare – ma ho una segreteria, un addetto stampa e tutto quel che serve per fare bene questo mestiere. Allora tu alla tua cameriera quanto dai per gli straordinari? Eh? Quanto le dai? Perché io quando torno a casa invece di stare con mio figlio lavoro e nessuno mi paga gli straordinari. Io sono tenuta fare questo lavoro anche la sera e anche nei giorni di festa ed è valutato nella mia busta paga.

Quindi il suo stipendio è meritato E direi proprio di sì, guarda. Perché io voglio sapere quanto dai alla tua cameriera di straordinario. Chiunque lavori delle ore in più viene pagato. Noi no. E nessuno considera mai che nel nostro stipendio è incluso tutto il lavoro extra. La busta paga con l'elenco delle spese non è arrivata via email, lo diciamo per dovere di cronaca. Ma siamo certi che si tratti di una dimenticanza e che l'onorevole Carlucci presto provvederà a inviarcela.

Alcuni show dell'onorevole Carlucci

Gabriella Carlucci tampona un bus e va via

Roma, stava telefonando in auto e ha saltato lo stop. I passeggeri: una vergogna, ed è onorevole Dopo la fuga ha lasciato la sua Porsche sul marciapiede di Montecitorio E' stata multata

Dal Corriere della Sera articolo qui L'onorevole Carlucci ha parcheggiato la sua Porsche in un'isola pedonale nel centro storico di Roma "Pagherò la multa, qual è lo scandalo?". Il parlamentare di Forza Italia Gabriella Carlucci replica così a chi l'ha criticata per aver parcheggiato la sua Porsche in un'isola pedonale nel centro storico di Roma. In particolare, l'assessore capitolino al traffico Mario di Carlo oggi ha parlato di "bell'esempio" da parte di un politico. "Ho parcheggiato in via del Babbuino e non in via Frattina, - ha spiegato la Carlucci - peraltro come parlamentare ho il permesso per entrare e sostare nel centro storico, c'erano altre 20 auto parcheggiate accanto al marciapiede con una riga gialla, perchè fa scandalo proprio la mia macchina? Oltretutto non mi hanno fatto la multa, ma quando mi arriverà la pagherò, quindi qual è lo scandalo di questa situazione?". Dal sito La Repubblica/Kataweb l'articolo è questo
In centro con targa dispari: nuovo show della Carlucci
leggi l'articolo su: http://CAOSeKOSMOS.ilcannocchiale.it

L'On. Gabriella Carlucci (Forza Italia) fa la figura di guano del secolo

da leggere qui

Onorevole Carlucci e "Il codice dei Beni Culturali"

In questo revival bottegaio dei «valori» e della religione senza Dio, guai a bestemmiare, fumare, farsi una canna, fornicare, desiderare, masterizzare, viaggiare senza cinture o correre troppo in auto, convivere senza matrimonio, esercitare l'omosessualità, non santificare le feste. Restano bassine le quotazioni di due soli comandamenti: non dire falsa testimonianza e non rubare. Salvo che, si capisce, a rubare siano i disobbedienti con gli espropri nei supermarket. Nel qual caso, se uno porta via qualche libro e due cavolfiori senza pagarli, come dice il ministro Pisanu, c'è «l'arresto in flagranza: tolleranza zero contro l'illegalità». Se invece, per dire, uno ruba miliardi allo Stato pagando o intascando tangenti, è un martire e diventa deputato o amministratore dell'Enel; se latita all'estero, è un esule e merita una targa d'oro. Se uno deruba lo Stato evadendo le tasse, c'è il condono fiscale. E se uno ruba un'opera d'arte in un museo o in una necropoli, ecco pronto un altro condono, sponsorizzato da Forza Italia per iniziativa dell'onorevole Gabriella Carlucci. L'emendamento al Codice dei Beni culturali stabiliva (ora è sospeso) che il ladro di beni archeologici «ne acquisisce la proprietà mediante il pagamento del 5% del valore», purchè presenti una dichiarazione «attestante il possesso o la detenzione in buona fede». Vista la predisposizione di questa maggioranza a ritagliare leggi su misura per qualcuno particolarmente bisognoso, si accettano scommesse su quale esponente della Cdl abbia in casa una mummia egizia o una tomba etrusca sottratte, ovviamente in «buona fede», ai patrii musei. Ma l'autorevole Carlucci dissipa subito i sospetti: «Ho presentato l'emendamento - spiega - perchè così sarà definitivamente debellato il fenomeno dello scavo abusivo». Lo scopo è lo stesso dichiarato per tutti gli altri condoni (abusi edilizi, evasione fiscale, evasione del canone Rai, lavoro nero, fondi neri all'estero, falsi in bilancio e così via): «far emergere il sommerso». Un simpatico sistema di ricettazione di Stato, che potrebbe innescare un circolo virtuoso in tutti i campi della libera impresa criminale. Avete rapinato una banca e tenete la refurtiva in un sacco sotto il materasso col terrore di essere scoperti? Niente paura: restituite il 5% del bottino e ne acquisirete la proprietà. Così il sommerso emerge e si debella l'annosa piaga delle rapine. Avete trucidato un paio di persone che vi infastidivano e nascosto i cadaveri in cantina? Pagate una multa ai famigliari, chiedete scusa e tutto si chiuderà lì. Così emergono anche le salme sommerse e si debella il triste fenomeno degli omicidi. Ora Casarini & C. chiederanno di far emergere i loro libri e cavolfiori sommersi. Si prende un delitto, lo si legalizza in cambio di una modica multa, e il delitto sparisce. Geniale. Strano che nessuno ci avesse mai pensato prima. Appare perfettamente coerente, in questo clima, l'appello del ministro Pisanu a «una rivolta morale» per debellare tutte le illegalità che affliggono il Paese. Appello raccolto immantinente da Marcello Dell'Utri, che ha fondato un'apposita casa editrice (Biblioteca di via Senato, BvS) per diffondere «le radici cristiane dell'Europa» (e che domenica parteciperà al raduno dell'editoria antiquaria col compagno Diliberto). Radici piuttosto ramificate, se si pensa che il neoeditore è reduce da un arresto, da una condanna definitiva per frode fiscale e false fatture, da una condanna in primo grado per tentata estorsione, ed è tuttoggi imputato per mafia, calunnia e falso in bilancio, ma in compenso è un devoto dell'Opus Dei. Un cattolico modello, perseguitato anche lui per la sua fede. Fra i nuovi comandamenti rientra anche il divieto di frequentare arabi e/o musulmani, con la speciale esenzione per chi è socio del principe saudita Al Waleed e del suo emissario Tarak Ben Ammar. Per esempio il presidente del Consiglio. Il quale peraltro ha rapporti problematici con l'ottavo comandamento («non dire falsa testimonianza»): nel 1989 disse falsa testimonianza in tribunale sulla sua iscrizione alla P2, la Corte d'appello di Venezia lo riconobbe colpevole ma lo salvò l'amnistia; il che lo incoraggiò a continuare a mentire a tutto spiano, da mane a sera, in Italia e all'estero. Ma il settimo e l'ottavo comandamento sono ormai fuori corso, come la lira: si attende il condono. Severamente vietato, invece, convivere senza essere sposati in chiesa, come ha ricordato l'arcivescovo di Bologna («le coppie di fatto sono una metastasi»). Immediata ed entusiastica l'adesione della Caserma delle libertà. Ma solo dopo aver avuto garanzie delle dovute esenzioni: per il presidente del Consiglio, divorziato e per giunta massone deviato; per il presidente della Camera, divorziato; per il leader della Lega Nord, divorziato; per il vicepremier e prossimo ministro degli Esteri, che ha sposato una divorziata; per il ministro della Giustizia (divorziato) e per quello delle Riforme istituzionali, entrambi sposati in Padania col rito celtico, con tanto di druido, calice di sidro e invocazioni al dio Odino (che i due, peraltro, credono essere l'inventore del metodo contraccettivo naturale: il celebre Odino Knaus).
fonte http://banane.splinder.com

venerdì 14 novembre 2008

Una legge per ammazzare i blog

Al Parlamento è in discussione una legge che potrebbe realmente ammazzare i blog, impedendogli di esercitare il leggittimo diritto di libertà d’espressione.

Infatti è ritornato il famigerato disegno di legge Levi-Prodi che prevedeva per i blogger di registrarsi al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC).

Ecco gli articoli incriminati (da Punto Informatico ):

“Art. 8. (Attività editoriale sulla rete internet).

1. L’iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione dei soggetti che svolgono attività editoriale sulla rete internet rileva anche ai fini dell’applicazione delle norme sulla responsabilità connessa ai reati a mezzo stampa.

3. Sono esclusi dall’obbligo dell’iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione i soggetti che accedono alla rete internet o che operano sulla stessa in forme o con prodotti, quali i siti personali o a uso collettivo, che non costituiscono il frutto di un’organizzazione imprenditoriale del lavoro.”

E’ proprio questo il punto controverso, perchè è sufficiente che un blog contenga banner pubblicitari, ad esempio di Google Ads per essere assimibilabili ad “attività di impresa” dovendo quindi registrarsi a questi famigerato Registo Operatori della Comunicazione per non incorrere nei reati di stampa clandestina.

Possiamo far passare sotto silenzio tutto questo?

Certo che no.

Già (come comitati BOBI) nel 2004 avevamo risposto con un Netrstrike al tentativo di censurare la rete.

Oggi proponiamo una mobilitazione contro l’AmmazzaBlog per le giornate del 17 e 18 novembre.

Lunedì 17 novembre ci troviamo a Roma davanti a Montecitorio, dalle 15 in poi, con un gessetto e disegnamo una sagoma sul suolo e scriviamo il nome del nostro blog o sito. E poi raccontiamo in diretta l’evento sulle nostre pagine web con foto e video.

Martedì 18 novembre una giornata di silenzio blog. Pubblichiamo tutto il giorno solo il banner qui sotto, per protestare. Inseriamolo in un post con tag “ammazzablog18novembre”

Per chi volesse partecipare c’è un blog e un Gruppo su Facebook.

Diaz, Cossiga, vergogna italiana.

da micromega-online
Prima di tutto, chi non l'avesse ancora fatto vada a vedere in repubblica.it l'articolo di Massimo Calandri sulla ricostruzione della BBC a proposito di ciò che accadde a Genova nel 2001.
In particolare l'introduzione delle molotov nella scuola Diaz: foto di agenti col sacchetto di plastica e le bottiglie.
Motivo costruito ad arte per giustificare l'ingresso e il terribile pestaggio cui furono sottoposti i 93 manifestanti pacifici e inermi che vi furono trovati. Promemoria per ricordare che tutti gli uomini della catena di comando di quella sera sono stati promossi. Quando insistiamo in questi giorni a sostenere che si deve mettere tutto l'impegno affinché il movimento dell'Onda attuale non percepisca le forze dell'ordine come entità ostili sappiamo di avere un compito non facile, soprattutto quando l'informazione pulita mette in mostra, come in questo caso, atti che le forze dell'ordine non avrebbero mai dovuto compiere. Chi invase quella scuola spaccando gambe, braccia, teste e denti in un parossismo furioso, documentato in modo inequivocabile nel processo che va a sentenza oggi e non negato nemmeno dagli avvocati difensori, agiva coperto dalla protezione del primo governo Berlusconi agli esordi: il suo primo biglietto da visita. Amnesty International scrisse che i giorni della scuola Diaz e della caserma di Bolzaneto furono per gli arrestati un lungo momento di sospensione delle garanzie costituzionali. Il processo lo ha confermato in pieno. Sono passati da allora sette anni e si sono tenute centinaia di manifestazioni pacifiche con milioni di persone. Accompagnate da forze dell'ordine responsabili e non aggressive. Bisogna registrare questa lunga sequenza positiva. Ma proprio per questo si deve esercitare la massima vigilanza affinché nessuno sia tentato dal suggerimento insidioso del presidente emerito Cossiga: infiltrare i movimenti con provocatori pronti a tutto e aspettare che le città vengano messe a ferro e fuoco. Sappiamo che ama alludere. Non possiamo noi sapere a chi parla. Possiamo però impegnarci a fare in modo che non venga ascoltato.

Brunetta paladino della trasparenza?

Ma quanto guadagnano i collaboratori del paladino della trasparenza? fonte libero news.
I tanto promessi stipendi e curricula in rete ci sono, ma sei collaboratori su dieci omettono il proprio reddito. Solita buffonata?
Proprio geniale quel Brunetta. Giusto e inflessibile, come Robespierre. Nella sua battaglia contro gli sprechi statali mena fendenti a destra e a manca, e se la prende (giustamente) con i fannulloni del pubblico impiego. Chi pensa di vivacchiare tranquillamente nelle acque placide e stagnanti dei grandi carrozzoni statali in attesa della pensione si sbaglia di grosso perché Brunetta è sempre lì col sacro fuoco dell’efficienza. Ora l’ultimo chiodo fisso di Brunetta è la meritocrazia: la vuole imporre a tutti. Ma anche la trasparenza partendo dal suo ministero: online sono disponibili curricula e retribuzioni dei suoi consiglieri. Anche se cliccandoci sopra le sorprese non mancano.

Ma quanto guadagnano i collaboratori del paladino della trasparenza? Il suo capo di gabinetto e consigliere di Stato Filippo Patroni Griffi, percepisce per il suo incarico un emolumento accessorio di 85mila euro lordi l'anno, oltre allo stipendio, naturalmente. Che non viene indicato, lasciando all'eufemistica dicitura "conserva il suo trattamento economico fondamentale" il compito di soddisfare la curiosità dei lettori.

La segretaria è stata un po' più precisa: "Guadagnavo 51mila euro lordi prima del trasferimento nello staff di Brunetta. Attulalmente percepisce 34mila euro lordi in più". Effettivamente non si può lamentare: sono circa 4mila euro netti al mese. Purtroppo non tutti i collaboratori sono così pronti nel recepire pienamente i consigli di trasparenza elargiti dal ministro. Dei dieci membri vicini al suo gabinetto sei si sono trincerati dietro alla frase "conserva il trattamento economico fondamentale". Alla faccia della trasparenza!

Ma Brunetta non è soddisfatto. Vuole anche illustrare il curriculum di ogni suo collaboratore come a dire che se l’ha scelto è perché il candidato in questione era il migliore nel suo settore: insomma non solo trasparenza ma anche meritocrazia. Ne è un esempio la dottoressa Guarna che ha diretto nel 1998 l'ufficio di coordinamento per le Politiche di sviluppo e coesione, l’ufficio preposto allo smistamento dei fondi di finanziamento europei. Dal 2002 al 2005 la Guarna ha assunto l'incarico di Autorità di Gestione del Programma Operativo 2000-2006 presso la Regione Calabria. La vicenda diventa surreale se si considera che proprio la Calabria si è resa responsabile di scandali e sperperi con i fondi europei. Meritocrazia first, direbbe Brunetta. Criteri a geometria variabile, direbbero altri.

La cura dimagrante del governo non riguarda solo i fannulloni. Bisogna snellire le strutture gonfiate, i rami secchi. In questo clima di austerità generale il governo trova il modo di creare la Banca del Meridione con sei milioni di euro tanto per iniziare. A quale settore sono saranno stati tolti quei soldi, alla scuola? Alla ricerca? Inoltre vi sembra questo il momento per mettere sul mercato, peraltro in crisi, un nuovo istituto di credito? In tempi di ristrutturazione profonda si tende a ottimizzare l’esistente non a creare nuove strutture. Questo suggerirebbe la logica dell’efficienza. Ma non quella di Brunetta.

domenica 9 novembre 2008

Le 10 migliori gaffes di Silvio Berlusconi

Come ci vedono all'estero
Articolo tratto dal giornale inglese Telegraph.co.uk

Pubblicato Venerdì 7 Novembre 2008 in Inghilterra Silvio Berlusconi è noto per le sue gaffe, i commenti sessisti, e le battute inappropriate. Il Presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, è famoso per la sua sconsiderata giocosità. Quando l’inevitabile polemica esplode in Italia o all’estero, Berlusconi spesso accusa la “stampa di sinistra” di averlo citato fuori dal contesto o accusa i giornalisti di ribaltare le sue parole. Ecco alcune delle sue dichiarazioni peggiori: • Su Mussolini: “Mussolini non ha mai ucciso nessuno. Mussolini mandava la gente in vacanza in esilio.” • Sugli affari: “Un’altra ragione per investire in Italia è che abbiamo delle bellissime segretarie – ragazze splendide.” • A un membro tedesco del Parlamento Europeo: “In Italia c’è un produttore che sta girando un film sui campi di concentramento nazisti – La proporrò per il ruolo di Kapò (una guardia scelta tra i prigionieri).” • Sui votanti di sinistra: “Credo troppo nell’intelligenza del popolo italiano per pensare che ci siano così tanti coglioni in giro che votano contro il proprio interesse.” • Dopo gli attacchi dell’11 Settembre: “Dobbiamo essere consapevoli della superiorità della nostra civiltà, un sistema che ha garantito benessere, rispetto dei diritti umani e – al contrario dei paesi islamici – rispetto dei diritti politici e religiosi.” • Sui progetti per basare l’agenzia per la sicurezza alimentare in Finlandia invece che a Parma: “Parma è sinonimo di buona cucina. I Finlandesi non sanno nemmeno cosa sia il prosciutto.” • Sulla sua carriera: “Non ho bisogno di essere eletto per ottenere il potere. Ho case in tutto il mondo, stupende barche, bellissimi aerei, una bellissima moglie e una meravigliosa famiglia. Sto facendo un sacrificio.” • Durante una foto di gruppo dei leader dell’UE nel 2002 ha fatto il gesto delle corna alle spalle di un ministro spagnolo. • Prima delle elezioni del 2006, che ha perso, ha detto che ogni italiano che non avesse votato per lui sarebbe stato un “coglione”. • Sul suo ministro delle pari opportunità ed ex modella Mara Carfagna: “Andrei dappertutto con te, anche su un’isola deserta. Se non fossi già sposato, ti sposerei subito.” [Articolo originale di Nick Squires]

giovedì 6 novembre 2008

Obama, una vittoria anche per gli animali

Credo che il modo in cui trattiamo i nostri animali sia il riflesso di come ci trattiamo a vicenda. E’ molto importante avere un Presidente che si interessi alle crudeltà perpetrate sugli animali”.
di Gianluca Felicetti
Sono parole, certo, ma già messe in pratica quando ha promosso la legge che ha abolito la macellazione dei cavalli nel suo Stato, l’Illinois. Questa è l’audacia della speranza di Barack Obama, che arriva alla Casa Bianca con la promessa fatta più volte alle figlie Sasha e Maila di prendere un cucciolo, confermata in mondovisione nel suo primo discorso da eletto. Speriamo che sia un cucciolo adottato da un canile - magari uno di quei canili in cui ogni anno negli Usa si uccidono ancora legalmente centinaia di migliaia di quattrozampe - e non acquistato in un negozio o in un allevamento. Obama applicherebbe così subito due pilastri della sua campagna elettorale, solidarietà e non spreco del denaro.

Certo, gli americani hanno votato uno o l’altro dei candidati per tanti motivi. A noi oggi, anche solo per pochi minuti, piace pensare che la cacciatrice Sarah Palin sia stata sconfitta proprio per le sue scelte anti-animali da Governatrice dell’Alaska. E non per pochi minuti, ma per sempre. Con il voto di ieri la California per referendum ha anche approvato l’abolizione di tre sistemi intensivi di allevamento come le gabbie per galline ovaiole e scrofe, i box per i vitelli, allineandosi alle analoghe scelte fatte dall’Unione Europea e da altri quattro Stati americani come Colorado, Oregon, Arizona e Florida. In Massachusetts invece con il 56% dei voti è stato approvato il quesito che chiedeva di abolire entro due anni le corse dei cani. L’audacia della speranza travalica i colori della pelle umana, le scelte religiose e gli orientamenti sessuali, siamo certi che Obama supererà, come facciamo noi ogni giorno, anche i confini di specie.

fonte www.infolav.org

Gelli,il maestro unico

di Maria Novella Oppo
Con l’arrivo di Licio Gelli su Odeon, abbiamo scoperto chi era il «maestro unico» il cui ritorno premeva tanto al premier e soci della ex P2. Un vecchio malvissuto, direbbe Manzoni, ma ancora capace di rivendicare il suo indecente passato. Gelli non vuole rinunciare neppure negli ultimi anni a esercitare un ruolo torbido nella peggiore storia italiana. All’editore di Odeon, Raimondo Lagostena Bassi, evidentemente tutto questo non fa schifo e presenta un condannato per gravi reati contro la democrazia come un vecchietto con una memoria storica. Altrove sembrerebbe ridicolo; da noi no, visto che l’erede dichiarato e il realizzatore dei piani di Gelli è premier in carica. Il circuito Odeon tv ha pure lui un passato, essendo stato fondato negli anni 80 da Calisto Tanzi, che lo lanciò come «tv del bene e dei valori». E oggi sappiamo che quei valori non valevano la carta straccia su cui erano scritti, proprio come i decreti del governo Berlusconi.
fonte www.unita.it

GIUSTIZIA: LODO CARNEVALE, CSM LO BOCCIA MA DIVENTA LEGGE

ROMA - E' legge il lodo Carnevale, che consente ai magistrati, ingiustamente sospesi per procedimenti penali conclusi con l'assoluzione, di concorrere per gli uffici di vertice della magistratura anche se hanno più di 75 anni, età massima per il pensionamento delle toghe. La Camera ha approvato il provvedimento proprio nel giorno in cui il Csm lo ha bocciato mettendo in luce le ripercussioni negative sull' efficienza e il buon andamento della amministrazione della Giustizia. Nel dibattito a Montecitorio la norma, legata al dl sulle sedi disagiate, si è trasformata in terreno di scontro tra sostenitori e detrattori del giudice Corrado Carnevale, da cui il lodo ha preso il nome: l' opposizione l' ha definita studiata apposta per il magistrato 'ammazzasentenze',la maggioranza ha ribattuto che il giudice era stato penalizzato e che, ha sottolineato il deputato della Pdl Giuseppe Consolo, "noi facciamo leggi che servono a tutti e non solo a qualcuno". Di fatto, ora per Carnevale - ex presidente della prima sezione penale della Cassazione accusato in passato di concorso esterno in associazione mafiosa e poi assolto, andato in pensione con anticipo, riammesso in magistratura e attualmente di nuovo al vertice di una sezione della Cassazione - si apre la strada per concorrere per la guida della Suprema Corte quando nel 2010 l' attuale primo presidente Vincenzo Carbone lascerà l' incarico. La Camera ha approvato il provvedimento con 253 sì, 226 no e 8 astenuti. "C'era un limite di età introdotto con la riforma della Giustizia - ha spiegato lo stesso Carnevale commentando il voto - che impediva ai magistrati riammessi in servizio per aver subito un processo penale concluso con l'assoluzione di partecipare ai concorsi per certe funzioni sol che avessero compiuto 75 anni. Questa indicazione era stata dichiarata illegittima nel 2007 dalla Corte Costituzionale". La norma - ha spiegato il magistrato - "non favorisce l'anzianità. La partecipazione ai concorsi non comporta alcuna promozione automatica ma mette i magistrati nelle condizioni di essere valutati comparativamente con il loro colleghi che non hanno subito un pregiudizio alla loro carriera a causa di processi conclusisi con l'assoluzione". Il dibattito in aula ha avuto toni molto accesi. "Basta con tutti questi lodi: Alfano, Consolo, Carnevale - ha detto Consolo - perché è sbagliato, ogni volta che si approva una legge, cercare di capire a chi possa o a chi non possa venire applicata". Il gruppo dell'Italia dei valori ha abbandonato l'aula, a votazione in corso, per protesta dopo che il deputato Francesco Barbato aveva osservato che non si può accettare "un sistema di giustizia rincoglionito". Gaetano Pecorella (Pdl) ha invitato alla cautela ricordando che anche il presidente della Repubblica ha 80 anni. A lui ha ribattuto Michele Vietti, sottolineando come il capo dello Stato non sia "un funzionario della pubblica amministrazione, dove esistono dei limiti di età ". Enrico La Loggia (Pdl) ha difeso il giudice e ha criticato l'opposizione, dicendo che "prima si è praticata la distruzione di una vita professionale e poi, ora, si tenta di non fargliela ricostruire". Bordate pesanti dal Pd: Felice Cavallaro ha ricordato ai leghisti che del lodo beneficerà uno che "ha annullato alcune centinaia di sentenze mandando liberi i mafiosi" mentre Lanfranco Tenaglia, ministro ombra della Giustizia, si e limitato a chiedere "se questa norma sia coerente e risponda ai criteri di buona amministrazione...". Una sonora bocciatura del Lodo Carnevale era arrivata in mattinata dal Plenum del Csm con il parere, passato a larga maggioranza, dopo che diversi consiglieri avevano segnalato le ricadute "devastanti" del provvedimento. A sorpresa, si è astenuto il vice presidente Nicola Mancino non perché non condividesse i contenuti del parere: "Doveva essere più tempestivo - ha spiegato - visto che la norma sta per essere approvata dal Parlamento". fonte www.ansa.it

E ora con Obama il mondo non sarà più lo stesso

Di Angelo Maria Perrino

E alla fine, alle 5 del mattino di mercoledì 5 novembre, il miracolo, l’evento impossibile, il sogno di Martin Luther King, si è avverato. L’afro-americano Barack Obama, il mulatto alto e serafico, unico senatore non bianco, è diventato il presidente degli Stati Uniti. L’America impaurita e ripiegata su se stessa ha scelto la discontinuità e il cambiamento. E ha affidato il suo destino alle mani politicamente inesperte di questo affabile ma assai determinato avvocato 47 enne che si muove come una rockstar, rompe gli schemi e rifiuta le ideologie, indossa i jeans e gioca a basket, è equilibrato, calmo e vicino alla gente, ha idee chiare e forti, un forte carisma comunicativo, un fascino contagioso. Vince, Obama, il politico della new economy, mostrando una marcia in più rispetto al vecchio, impulsivo ed emotivo, noioso e prevedibile continuatore di George W. Bush John McCain e alla sua impresentabile, pittoresca vice Sarah Palin.

Barak Obama con il suo riformismo, nel quale convivono tradizione e rinnovamento, sfonda al centro travolgendo le tradizionali categorie di destra e sinistra. Conquista la Casa Bianca e porta i democratici al successo pieno in entrambe le Camere al Congresso. Acquisisce così, per la prima volta dal 1994, il controllo sia del ramo legislativo che del ramo esecutivo, con la possibilità, dopo anni di immobilismo, di metter mano, con efficacia e rapidità, alle molte iniziative legislative annunciate.

Attento al mercato come mai a sinistra, ma convinto sostenitore delle tutele sociali, cosmopolita ma patriota, sensibile ai diritti umani e civili ma favorevole alla pena di morte, Obama è pronto a riportare l’America al ruolo di superpotenza, ma in una logica e con un metodo collaborativo, gradualistico e multipolare.

Avrà un’agenda ardua da gestire, in cui la priorità sarà la crisi economica e finanziaria, che è anche crisi di fiducia, calo dei consumi, rallentamento della produzione industriale, spettro della disoccupazione. Sono i terreni sui quali ha vinto la sfida con i conservatori, con la sua ricetta fatta di energie rinnovabili, più soldi e tutele ai poveri, più tasse ai ricchi. Un new deal basato sul principio roosveltiano che bisogna aver paura solo della paura. Un pensiero e un programma di nuovo conio che ora, finiti i tatticismi, gli slogan e i genericismi della campagna elettorale, metterà alla prova l’autenticità e la forza del suo messaggio e della sua reale capacità di governare e produrre il cambiamento annunciato e auspicato dal popolo americano.

Lo aiuterà quella audacia della speranza (che è il titolo del suo secondo libro, uno straordinario e imperdibile manifesto politico) il suo bagaglio multietnico, la sua sensibilità e responsabilità sociale, l’impegno nel volontariato, la sua freschezza, la sua capacità di fare politica nell’era della vita liquida, del nomadismo, e della globalizzazione, di Internet e di Facebook, di YouTube, Google e Wikipedia.

Ora che la sua avventura ha raggiunto il traguardo si può star certi: la politica americana non sarà più la stessa. Ma il mondo, tutto il mondo, non sarà più lo stesso.

In bocca al lupo, Barack: l’umanità ti segue con passione e apprensione. Ma con fiducia. E grazie al popolo americano per il coraggio e la temerarietà della sua scelta. fonte www.affaritaliani.it