"Pochi sono grandi abbastanza da poter cambiare il corso della storia. Ma ciascuno di noi può cambiare una piccola parte delle cose, e con la somma di tutte quelle azioni verrà scritta la storia di questa generazione"
Robert Francis Kennedy

mercoledì 4 febbraio 2009

Tangentopoli 2009

- Nuova Tangentopoli? Scandalo Del Turco in Abruzzo, arresti a Napoli di quattro assessori e di un imprenditore, arresto del sindaco di Pescara, indagini a Firenze, a Potenza, a Genova, a Torino, a Milano... Scoppia di nuovo la "questione morale", e questa volta a sinistra? Ma Tangentopoli non è mai finita, quella "nuova" è semplicemente la continuazione di quella vecchia. La corruzione è endemica in questo paese, anche se resta invisibile finché qualche indagine non la impone all'attenzione dell'opinione pubblica. Anche il coinvolgimento della sinistra non è poi una gran novità, visto che già Mani pulite si occupò delle tangenti rosse del Pci-Pds di Milano, delle coop rosse, degli appalti rossi dell'Enel e dell'Alta velocità, della valigia portata a Botteghe Oscure da Raul Gardini...
- Sempre tutto uguale, dunque? No. Oggi il sistema dei partiti è diverso da quello della Prima Repubblica. La Tangentopoli scoperta da Mani pulite ruotava attorno a partiti forti, con cassieri centrali e imprese organizzate a cartello per la spartizione sistematica degli appalti. Oggi prevale il bricolage, con imprenditori che si conquistano appalti e potere stringendo rapporti privilegiati con i signori della guerra dei partiti. A destra e a sinistra. Anche il Partito democratico, grande occasione perduta, è diventato una incerta federazione di correnti, con capibastone in competizione tra loro al centro, e cacicchi che occupano il territorio in periferia.
- Problema morale? Certamente problema politico: i partiti - tutti ormai, di destra e di sinistra - hanno un problema di rapporti malati con il mondo degli affari, non più regolati dalla trasparenza, dal libero mercato e dalla ricerca del bene comune. I cacicchi, i signori della guerra acquistano il loro potere dal rapporto privilegiato che instaurano con gli imprenditori.
- C'è una vicenda recente che mostra la nuova Tangentopoli all'opera, a cui oggi possiamo guardare come a un caso esemplare: le scalate incrociate del 2005 dei Furbetti del quartierino. Lì c'è tutta la nuova architettura della Tangentopoli del terzo millennio: il rapporto malato tra politica e affari, la preminenza della finanza (che progetta) sui partiti (che sostengono), il coinvolgimento bipartisan...
- Giorgio Galli spiegava la Tangentopoli della Prima Repubblica con il blocco generato dal bipartitismo imperfetto: il Pci non poteva accedere all'area di governo per motivi geopolitici, così i partiti di governo (Dc e Psi in testa) erano "condannati" a governare, improcessabili, dunque corrotti dalla certezza dell'impunità. Oggi il bipartitismo dell'alternanza si è realizzato, ma c'è un nuovo blocco nel sistema politico: quello dell'accesso ai gruppi dirigenti dei partiti. La nomenklatura è chiusa, si alimenta per cooptazione e impedisce un vero rinnovamento. Un Obama è impensabile, nell'Italia dove i gruppi dirigenti sono eterni e irremovibili, malgrado le sconfitte.
- Di fronte alla più profonda e irrevocabile crisi politica mai vista in Italia, le ricette dei partiti sono inesistenti, inadeguate, vuote. O addirittura provocatorie. Che cosa significa proporre, di fronte a una nuova epidemia di tangenti, la "riforma della giustizia"? Ha la stessa logica di pretendere, dopo un'ondata di nubifragi, la riforma dell'allevamento dei bovini. O invece una logica ce l'ha, ma è la stessa del prendersela, allo scoppio di un'epidemia di peste, con i medici, indicandoli come i nuovi untori. E che cosa significa chiedere, nella tempesta della corruzione, l'abolizione delle intercettazioni? È come perorare l'abolizione della Tac. La politica, davanti allo sconfortante spettacolo della corruzione dispiegata, invece di riformarsi reagisce chiedendo l'impunità per legge.

Nessun commento: