Prodotto da Malastrada Film-Documenti “U Stisso Sangu”(storie più a sud di Tunisi) è un documentario che ripercorre le tappe fondamentali affrontate dagli immigrati clandestini che arrivano dall’Africa: il viaggio, lo sbarco sulle coste siciliane, la prima accoglienza e la sfida dell’integrazione. Il documentario inizia a Portopalo di Capopassero, sulle cui coste approdano le carrette dei disperati, continua in un centro accoglienza di Caltanissetta e in una tendopoli a Cassibile, e si conclude a Modica durante la “Festa per l’Integrazione”. Ma come e perché è nato il progetto e quali sono state le difficoltà riscontrate per portarlo a termine? Ne abbiamo parlato con Francesco Di Martino e Sebastiano Adernò, rispettivamente regista e sceneggiatore del film.
Francesco, com’è nata l’idea di realizzare un documentario sull’immigrazione?"Ho vissuto per circa tre anni a Pachino e in quelle occasioni mi capitava spesso di sentire i commenti xenofobi degli abitanti sugli immigrati. Così mi è venuta la curiosità di vedere cosa c’era dietro a questo mondo. Inizialmente volevo realizzare un reportage fotografico. Poi mi sono reso conto che ciò non sarebbe bastato per approfondire questa tematica. Allora insieme a Sebastiano abbiamo cominciato a documentarci sulla realtà dei migranti. Tutto è iniziato così".
Quanto sono durate le riprese?"Le riprese sono partite a febbraio 2008 da Roma, con l’intervista a Fabrizio Gatti - che ha più volte affrontato il viaggio dei migranti per i suoi reportage su L’Espresso - e abbiamo terminato a novembre. Quasi un anno… Ci tenevamo a trattare quest’argomento con delicatezza e soprattutto realizzarlo nel migliore dei modi".
Sebastiano, avete incontrato difficoltà?"La difficoltà primaria è stata quella di creare una rete di contatti: stranieri disposti a raccontare le proprie esperienze, persone che si occupano attivamente di loro. Poi ci siamo dovuti scontrare con la realtà locale. E abbiamo dovuto subire l’ostruzionismo da parte di alcuni membri delle forze dell’ordine. Ciononostante, siamo stati fortunati. Oggi infatti la situazione è peggiorata. Da quando l’interesse del governo per il pacchetto sicurezza è aumentato, è difficile documentare la vita degli irregolari. Secondo quanto ci è stato riferito da alcuni nostri amici, a Cassibile non è possibile più avvicinare neanche i migranti. Vige il silenzio".
A proposito del ddl sulla sicurezza, cosa ne pensate?Sebastiano: "Pensiamo che non ci sia alcun ‘allarme sicurezza’. Ci è capitato di vedere i report dei reati commessi dagli extracomunitari di Cassibile, e abbiamo notato che non sono reati diversi da quelli che commettono gli italiani". Francesco: "E poi l’istituzione delle ronde, che ci dovrebbero difendere da loro, è la cosa senza dubbio più scandalosa. Abbiamo visto sui giornali anche foto della divisa della guardia nazionale italiana con loghi che fanno pensare a una storia che tutti conosciamo e che fortunatamente ci siamo buttati alle spalle. Dovremmo istituire noi un corpo speciale che ci difenda da queste persone!".
Però sono molti gli italiani che, a torto o a ragione, temono gli extracomunitari…Sebastiano: "E’ colpa di una propaganda meschina e ingiusta che sfrutta la connaturata paura del diverso. Si creano falsi problemi per acquisire finti meriti. Dei problemi veri, invece, non si occupa nessuno. Forse perché non si è capaci di farlo…".
Oggi un documentario sulla realtà dei migranti, e domani?"Intanto seguiremo la diffusione del documentario. Ci saranno due tour, uno siciliano e l’altro nazionale. E poi continueremo sicuramente ad occuparci di loro. Non solo per motivi professionali".
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