"Pochi sono grandi abbastanza da poter cambiare il corso della storia. Ma ciascuno di noi può cambiare una piccola parte delle cose, e con la somma di tutte quelle azioni verrà scritta la storia di questa generazione"
Robert Francis Kennedy

lunedì 26 gennaio 2009

Genchi: «Non esiste nessun archivio: messa in scena per coprire altri reati»

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L’allarme intercettazioni rilanciato da Berlusconi è una bufala. Anzi una “furbata” bella e buona per confondere le idee all’opinione pubblica.
Egli sta giocando d’anticipo per smorzare l’indignazione che potrebbe causare l’imminente legge che si accinge a varare sulla limitazione dell’uso delle intercettazioni da parte dei magistrati.Non è vero, infatti, quanto da lui affermato, secondo cui “un signore ha messo sotto controllo 350.000 persone”, (riferendosi al consulente della Procura Gioacchino Genchi), né è vero che ci siano mai state intercettazioni telefoniche o acquisizioni di tabulati telefonici avvenuti abusivamente o in modo non consentito dalla legge o nei riguardi di persone che, per il loro ruolo di parlamentari o agenti segreti, non potevano essere intercettati.
Ora, che Berlusconi ed i suoi sodali dicano delle falsità è risaputo. Ma è mortificante assistere alla mistificazione che taluni attempati politici dell’opposizione, la stampa e la televisione ufficiale stanno facendo sulla vicenda: con il loro modo di raccontare i fatti stanno facendo credere che ci sia stata una persona (Gioacchino Genchi) che, in modo indebito ed illecito, abbia “raccolto informazioni” su un sacco di personalità pubbliche e che abbia fatto ciò in combutta con un magistrato megalomane (Luigi De Magistris) per destabilizzare lo Stato e per creare confusione sociale.Le cose non stanno così. Nessuna intercettazione telefonica è stata disposta da De Magistris .

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