Tutte le intercettazioni gestite da un unico centro. Affidato a privati. Forse Finmeccanica. Ecco il progetto Alfano.
Tutti cercano il 'Grande orecchio' a Palermo, nell'archivio di Gioacchino Genchi, un vicequestore in aspettativa che studia solo tabulati telefonici su incarico dei pm. Nessuno si preoccupa del 'Grande orecchio' che verrà, quello previsto nel disegno di legge del ministro Angelino Alfano. Il 'Grande orecchio' intercetterà tutte le telefonate delle indagini italiane mediante i computer di una società privata. I segreti più scottanti che corrono sulle 112 mila linee intercettate in un anno (dato 2007) saranno stoccati nei server di una società che è stata probabilmente già individuata dal governo. Le conversazioni degli indagati saranno indirizzate dalle compagnie telefoniche su 26 server che poi gireranno le telefonate alle 166 procure italiane. Al confronto, "il più grave scandalo della Repubblica" di Silvio Berlusconi fa sorridere.
Il caso Genchi, infatti, riguarda i tabulati di due indagini di un solo magistrato: Luigi De Magistris. Da una settimana tutta l'Italia si interroga sul seguente quesito: "È pericoloso concentrare nelle mani di un ex poliziotto i tabulati di un migliaio di persone?". Sull'inquietudine suscitata da questa domanda, Berlusconi fa leva per portare rapidamente all'approvazione il disegno di legge che imbavaglia la stampa, mette la sordina alle indagini e prevede anche un unico grande centro di ascolto. E nessuno si pone una domanda più inquietante: come si fa a concentrare nelle mani di una società privata tutte le intercettazioni italiane? Eppure è quello che sta accadendo. Con un'aggravante: a gestire il 'Grande orecchio' sarà con ogni probabilità Finmeccanica, una società per azioni controllata dalla politica che nomina i suoi consiglieri pescandoli tra ex senatori leghisti e democristiani. E qualcuno dovrebbe spiegare un giorno perché ci dovremmo preoccupare se i tabulati del segretario dell'Udc Lorenzo Cesa finiscono in mano a un ex poliziotto che ha fatto arrestare decine di mafiosi, come Genchi. Mentre dovremmo sentirci rassicurati se le intercettazioni del medesimo Cesa finiscono nei server della società Finmeccanica che è amministrata anche
da Franco Bonferroni, amico e sodale di Cesa, indagato con lui da De Magistris ma già condannato in primo grado e poi assolto con Cesa per le mazzette Anas di Mani pulite.
Eppure, al 'Grande orecchio' anche a sinistra nessuno si è opposto. Il progetto è ben delineato nella relazione tecnica del disegno di legge sulle intercettazioni, quella che serve ad Alfano per spiegare come risparmierà 180 milioni di euro grazie alla riforma. Il ministro, per dare concretezza a queste promesse mirabolanti racconta come funzionerà il suo 'Grande orecchio'. Al posto delle centinaia di linee che oggi corrono tra operatori telefonici e procure il ministro immagina un sistema centralizzato con 26 snodi: i server gestiti da una sola società che fornirà il software e i computer. Sarà questa società, su delega della magistratura, a captare le telefonate e a girarle alle 166 procure e agli uffici della polizia giudiziaria dove saranno ascoltate e copiate.
La scarsa opposizione a questo progetto si spiega anche con la sua trasversalità. Finmeccanica, una società partecipata al 30 per cento dal ministero dell'Economia, ha infatti disegnato il nuovo sistema negli anni scorsi (vedi 'L'espresso' n. 49 del 2006, 'Finmeccanica Security'). E nel 2007 ha presentato all'allora ministro Clemente Mastella un voluminoso progetto chiavi in mano (denominato Sispi). Il sottosegretario alla Giustizia Alberto Maritati fu il principale sponsor di quell'idea e ancora oggi la sostiene così: "Il sistema di Finmeccanica abbatte i costi e aumenta la sicurezza perché le conversazioni sono a conoscenza solo dei procuratori. Finmeccanica, pur gestendo i server, non può sapere cosa viaggia nei suoi computer. Se Alfano vuole rispolverare quel progetto, la ritengo un'ottima cosa". L'entusiasmo di Maritati non è condiviso da tutti i tecnici. Qualcuno, con garanzia di anonimato, sostiene che il gestore dei server nonostante tutte le criptature del mondo è in grado di vedere chi è intercettato. Finmeccanica, quindi, potrebbe sapere in tempo reale chi è sottoposto a intercettazione da qualsiasi pm in tutto il territorio nazionale.
Un rischio che anche nel governo Prodi qualcuno aveva notato. Il progetto Sispi non saltò solo per la caduta del governo. Luigi Scotti, il magistrato che sostituì Mastella alla guida del dicastero per pochi mesi, ricorda: "Effettivamente c'erano delle perplessità sulla centralizzazione delle informazioni in un solo operatore. Inoltre Finmeccanica non aveva la tecnologia per fare le intercettazioni e sarebbe ricorsa a ditte esterne con rischi evidenti.
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