ROMA - E' legge il lodo Carnevale, che consente ai magistrati, ingiustamente sospesi per procedimenti penali conclusi con l'assoluzione, di concorrere per gli uffici di vertice della magistratura anche se hanno più di 75 anni, età massima per il pensionamento delle toghe. La Camera ha approvato il provvedimento proprio nel giorno in cui il Csm lo ha bocciato mettendo in luce le ripercussioni negative sull' efficienza e il buon andamento della amministrazione della Giustizia.
Nel dibattito a Montecitorio la norma, legata al dl sulle sedi disagiate, si è trasformata in terreno di scontro tra sostenitori e detrattori del giudice Corrado Carnevale, da cui il lodo ha preso il nome: l' opposizione l' ha definita studiata apposta per il magistrato 'ammazzasentenze',la maggioranza ha ribattuto che il giudice era stato penalizzato e che, ha sottolineato il deputato della Pdl Giuseppe Consolo, "noi facciamo leggi che servono a tutti e non solo a qualcuno". Di fatto, ora per Carnevale - ex presidente della prima sezione penale della Cassazione accusato in passato di concorso esterno in associazione mafiosa e poi assolto, andato in pensione con anticipo, riammesso in magistratura e attualmente di nuovo al vertice di una sezione della Cassazione - si apre la strada per concorrere per la guida della Suprema Corte quando nel 2010 l' attuale primo presidente Vincenzo Carbone lascerà l' incarico.
La Camera ha approvato il provvedimento con 253 sì, 226 no e 8 astenuti. "C'era un limite di età introdotto con la riforma della Giustizia - ha spiegato lo stesso Carnevale commentando il voto - che impediva ai magistrati riammessi in servizio per aver subito un processo penale concluso con l'assoluzione di partecipare ai concorsi per certe funzioni sol che avessero compiuto 75 anni. Questa indicazione era stata dichiarata illegittima nel 2007 dalla Corte Costituzionale". La norma - ha spiegato il magistrato - "non favorisce l'anzianità.
La partecipazione ai concorsi non comporta alcuna promozione automatica ma mette i magistrati nelle condizioni di essere valutati comparativamente con il loro colleghi che non hanno subito un pregiudizio alla loro carriera a causa di processi conclusisi con l'assoluzione". Il dibattito in aula ha avuto toni molto accesi. "Basta con tutti questi lodi: Alfano, Consolo, Carnevale - ha detto Consolo - perché è sbagliato, ogni volta che si approva una legge, cercare di capire a chi possa o a chi non possa venire applicata". Il gruppo dell'Italia dei valori ha abbandonato l'aula, a votazione in corso, per protesta dopo che il deputato Francesco Barbato aveva osservato che non si può accettare "un sistema di giustizia rincoglionito". Gaetano Pecorella (Pdl) ha invitato alla cautela ricordando che anche il presidente della Repubblica ha 80 anni. A lui ha ribattuto Michele Vietti, sottolineando come il capo dello Stato non sia "un funzionario della pubblica amministrazione, dove esistono dei limiti di età ".
Enrico La Loggia (Pdl) ha difeso il giudice e ha criticato l'opposizione, dicendo che "prima si è praticata la distruzione di una vita professionale e poi, ora, si tenta di non fargliela ricostruire". Bordate pesanti dal Pd: Felice Cavallaro ha ricordato ai leghisti che del lodo beneficerà uno che "ha annullato alcune centinaia di sentenze mandando liberi i mafiosi" mentre Lanfranco Tenaglia, ministro ombra della Giustizia, si e limitato a chiedere "se questa norma sia coerente e risponda ai criteri di buona amministrazione...". Una sonora bocciatura del Lodo Carnevale era arrivata in mattinata dal Plenum del Csm con il parere, passato a larga maggioranza, dopo che diversi consiglieri avevano segnalato le ricadute "devastanti" del provvedimento. A sorpresa, si è astenuto il vice presidente Nicola Mancino non perché non condividesse i contenuti del parere: "Doveva essere più tempestivo - ha spiegato - visto che la norma sta per essere approvata dal Parlamento".
fonte www.ansa.it
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